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COMUNICAZIONE EMPATICA: UN’ARTE DA COLTIVARE

COMUNICAZIONE EMPATICA: UN’ARTE DA COLTIVARE

La Comunicazione Empatica è non solo possibile, ma auspicabile; un obiettivo cui giungere partendo dalla conoscenza del punto in cui siamo in termini di utilizzo del linguaggio.

Linguaggio e Conflitto

Il potenziale conflittuale insito nel linguaggio corrente è evidente; è sufficiente accendere la tv per avvertire una sottile tensione dietro ogni parola. Questo senza nemmeno passare per i talk show, che usano strategicamente il conflitto per incuriosire il pubblico.

D’altro canto, siamo cresciuti in ambienti in cui il conflitto verbale, e non solo, era “normale”. A scuola, in famiglia, tra coetanei…era così una volta… Oggi, probabilmente, è peggio perchè ci siamo abituati e stiamo tramandando alle nuove generazioni i comporamenti conflittuali facendoli passare per caratteristiche di forza.

Relazioni interpersonali oggi

Per tutta una serie di dinamiche sociali e psicologiche, questo tempo evidenzia trasformazioni notevoli del quadro relazionale interpersonale, ragione per cui le situazioni conflittuali sono sempre più acute e difficili.

E che dire dell’esperienza che stiamo facendo da poco più di un anno? Isolati, separati, “pericolosi” gli uni per gli altri. Il fatto di non poter vedere i volti delle persone, ci priva di buona parte della comunicazione “non verbale”; diventa, quindi, ancora più complesso cogliere l’ampiezza delle sfumature di significato che hanno le parole che vengono dette.

Comunicazione Nonviolenta

Secondo Marshall Rosenberg, fondatore del movimento di Comunicazione Nonviolenta (anche detta Comunicazione Empatica), le parole e il modo in cui le usiamo sono fondamentali per creare connessioni empatiche in noi stessi e con gli altri.


Per Rosenberg (…e non solo) nasciamo tutti “naturalmente empatici”; le strategie conflittuali le acquisiamo nel tempo, giorno dopo giorno, apprendendole dalla vita, con le esperienze, anche per effetto di una cultura che insegna il conflitto e, soprattutto, per la mancanza di educazione alla manifestazione del proprio bisogno.

I Pilastri della Comunicazione Nonviolenta

Il metodo di Rosenberg si fonda su questi tre aspetti:

  • Auto – empatia, ovvero la capacità di connettersi e sentire se stessi
  • Empatia, ovvero la capacità di connettersi e sentire l’altro
  • Auto – espressione onesta, cioè l’abilità di esprimere in modo assertivo e autentico il proprio sentire e i propri bisogni

Partendo da questi tre presupposti, è possibile comunicare da un punto di equilibrio in cui sincerità, autenticità, assertività sono qualità che trovano collocazione; diventa, così, naturale esprimere i propri stati d’animo, i propri bisogni e le emozioni che li nutrono.

Passare da noi e dalla libertà di esprimere verbalmente nel modo corretto il nostro “sentire”, ha l’effetto di chiarirci che gli altri sono dominati dagli stessi meccanismi, hanno stati d’animo e bisogni propri.

Cessano, così, la critica e il giudizio così come il conseguente bisogno di aggredire o insultare i nostri interlocutori…

Un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile!

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