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La vita nel ‘dopo coronavirus’: fluire nella ricerca della felicità

La vita nel ‘dopo coronavirus’: fluire nella ricerca della felicità

Le passwords: fluire, flessibilità, ricercare la felicità, gratitudine

Spesso le proposte formative o i persorsi di conoscenza di sè e dei propri meccanismi energetici che il Centro Sudi del Benessere Evolutivo propone nascono da condivisioni vivaci di vita vera; si tratta di chiacchierate dense di passione e piacere di esplorare prima noi stessi e, di conseguenza, l’Essere Umano in generale.

Ci piace partire dal quotidiano, dalla vita di tutti i giorni nella quale si manifestano le aree di esperienza in cui ciascuno trova occasioni di comprensione di sè.

Come sarà la nostra vita nel ‘dopo coronavirus’?

Questo momento storico è particolarmente ricco di spunti e la domanda che io e Stefano Gibertoni, docente del Centro Studi del Benessere Evolutivo, ci siamo posti durante una recente ‘chiacchierata energetica’ è: come sarà la nostra vita nel ‘dopo coronavirus’…?

E abbiamo deciso di video riprendere un nostro scambio di opinioni.

Ci è venuta voglia di allargare ad altri la nostra condivisione, anche fiduciosi del potenziale simbolico della lettura energetica dei fatti. Oggi disporre di lenti d’ingrandimento che permettano di leggere anche tra le righe nel mare magnum di informazioni che ci arrivano, è più che mai necessario.

E’ naturale che ogni idea, sensazione e pensiero di ciascuno poggi anche sulla sua storia personale, fatta di valori, educazione, cultura, formazione e identità professionale.

Le nostre ipotesi, quindi, sono intrise di noi, di ciò che siamo e di come ci muoviamo nella vita e ci piace leggere i fatti attraverso la lente della psicoenergetica integrale di cui siamo interpreti, oltre che sostenitori.

Prima di lasciarvi alla visione del video, desideriamo condividere con voi anche un testo che ho scritto molto tempo fa e che ho ritrovato al termine della registrazione dell’intervista a Stefano, sollecitata da una parola arrivata chiacchierando con lui: FLUIRE

Una delle strategie migliori per affrontare meglio la famosa ‘fase 2′ (…e forse anche le successive…’) è fluire. Potrebbe sembrare un atteggiamento passivo, ma non lo è affatto…

Fluire

‘Fluire non è abbandonarsi alla corrente.

Fluire è approfittare della forza, della velocità e della potenza della corrente ed esprimere le nostre idee, compiere i nostri passi portati gratuitamente dalla corrente stessa.

Fluire significa non sprecare energie, non entrare nello sforzo.

Ogni volta che agisco per ‘principio’ o per ‘dimostrare che…’, esco dal flusso e mi muovo solo con le mie forze, sprecandole per nuotare in direzione diversa del flusso; alla fine mi restano ben poche energie per arrivare al mio originario obiettivo.

Il ‘giusto sforzo per ottenere l’intento è il gesto intenzionale; è l’azione che compio nel flusso di corrente per raggiungere quel determinato punto della riva, non uno a caso.

Se mi abbandono passivamente al flusso c’è la possibilità che io mi infranga rovinosamente su uno scoglio, o che venga scaraventata giù da una rapida o, ancora, ingoiata da un vortice.

Posso decidere di abbandonarmi al flusso nel mare calmo, per il gusto e nella fiducia di lasciarmi condurre per un pezzo sicuro e per riposare.

E’ un gesto intenzionale, scelto da me, espressione della mia volontà di autodeterminazione.

Fluire non è un’azione passiva.

E’ organizzata e verificata istante dopo istante.

Il mio scegliere un gesto piuttosto che un altro è il libero arbitrio espressione di me che mi rende unica.’

Barbara Moschetti

In molti ci hanno condiviso che, durante questi mesi di vita completamente stravolta, hanno fatto anche esperienze nutrienti, rimodulando le proprie giornate secondo ritmi nuovi e stravolgendo, spesso in meglio, le vecchie abitudini.

Alla luce di tutto ciò, al termine del video, con Stefano abbiamo lanciato una proposta di interazione: ci piacerebbe ci condivideste 3 scoperte positive (con tutte le valenze simbolico/energetiche di questo numero, come spiega Stefano nell’intervista) che avete colto durante il lock down e che vi piacerebbe portare con voi stabili e forti alla ripresa. Potete inserire le vostre condivisioni nell’area in fondo all’articolo ‘Lascia una risposta’.

Comincio io: vorrei portarmi nella fase 2 – 3 – 4… il tempo dilatato, la sensazione di non perderlo se scrivo per il piacere di farlo, il silenzio, il profumo e i colori della Natura rinata, la voglia di fare yoga tutti i giorni …ooopppsss…ho già superato il 3…

Tocca a voi ora.

Potrebbe interessarti leggere l’articolo ‘Gestione delle emozioni in tempo di crisi’

Admin

8 comments so far

Ferruccio MenegatScritto il3:10 am - Mag 17, 2020

Buongiorno a tutti,
Questo tempo mi ha permesso di entrare in contatto con il mio Silenzio interiore. Una parte di me desidera che questo sia una costante di vita. Non è semplice ascoltare quello che il mio Silenzio mi propone. Stefano dice che il Silenzio parla sottovoce. io aggiungo che il Silenzio è Silenzioso. Questa notte non ho dormito forse perché ieri sera durante la Meditazione mi sono addormentato. Faccio i conti con quello che mi manca o valorizzo quello che ho? Questa è la domanda di questa notte. Grazie per gli spunti che mi avete dato. Ferruccio (Accademia dell’Essere).

    AdminScritto il5:29 pm - Mag 20, 2020

    Ciao Ferruccio.
    Si, silenzio, che esperienza forte. Stimolante il quesito che poni ‘Faccio i conti con quello che mi manca o valorizzo quello che ho?’. Quanto questo ha a che fare con le vecchie abitudini che il silenzio ha messo in discussione? Mi sa che c’è materiale per un’altra chiacchierata…
    Grazie con tutto il cuore!

LilliScritto il8:50 am - Mag 19, 2020

Voglio portarmi nella fase 2-3-4 e per il resto della mia vita il tanto tempo che ho dedicato e sto dedicando quotidianamente alla connessione con la mia Essenza, il legame più consapevole con Madre Terra, i momenti di sintonia e condivisione con mia figlia, l’esigenza di fare le cose che mi rendono felice!

    AdminScritto il5:43 pm - Mag 20, 2020

    Si Lilli. Condivido pienamente questa scoperta di un tempo che prima non c’era, nè nella miusura nè nella qualità. Ha un valore completamente diverso oggi e desidero anch’io sia definitiva questa nuova percezione di non scarsità. A mio avviso non deriva solo dal fatto che è diminuito un fare incalzante (nel bene e nel male) ma anche da una nuova scala di priorità che pulisce da un sacco di orpelli prima necessari e oggi assolutamente rinunciabili.

Irina BergoScritto il8:51 am - Mag 19, 2020

La Terra che si spiega – Un mondo diverso

https://www.youtube.com/watch?v=dBjEBMFvQ1c

Lo sentite, vero, che il mondo non sarà più come prima?
E non si tratta dei cambiamenti di abitudini e di stile di Vita dovuti all’emergenza coronavirus, ma dei cambiamenti ben più grossi perché…

Carla CorianiScritto il12:06 pm - Mag 19, 2020

Cari Barbara e Stefano,
grazie mille per l’opportunità di poter condividere il mio/nostro sentire. Condivido pienamente ciò che avete detto nel video.
Premetto che abito in campagna e ho una piccola azienda biologica dal 94. Scelta di vitta fatta consapevolmente, che mi ha insegnato e arricchita tantissimo anche attraverso dure prove di sopravvivenza.
Anch’io mi sono resa conto di aver dato per scontate molte cose .
Tre cose di cui mi sono resa consapevole in questi mesi, da febbraio in poi.
Prima tra tutte ad avermi fatto stupire, ad avermi affascinata e appagata, è stato il silenzio. Qui in collina, rispetto alla pianura e alla città è già una prerogativa il silenzio, ma in questi mesi è diventato un silenzio ancor più profondo, più vasto. Un silenzio che arrivava fino lontano e da lontano. Un silenzio che mi ha permesso, ancor più che prima, di ascoltare i suoni della natura tutta, animali e vegetali. Un silenzio che mai prima mi aveva fatto sentire così intimamente vicina a me stessa. Un silenzio che per me è stato una ricchezza inestimabile. E, nell’ammirare il paesaggio intorno a me, pieno di vitalità e pieno di questo silenzio, mi sono commossa. Ho pianto di gratitudine e riconoscenza per essere qui e poter godere di questo momento così raro. E mi sono ricordata di quanto il silenzio è per me un elemento vitale, indispensabile.
Seconda cosa di cui mi sono resa consapevole, è stato il ritmo di vita al quale anch’io mi sono sottoposta per necessità di sopravvivenza. E’ vero che vivere in campagna a contato con la natura, i ritmi sono relativamente un po più lenti che i ritmi cittadini. Si è più in connessione con i ritmi naturali delle stagioni. Negli ultimi dieci anni però, vuoi per situazione familiare, vuoi per la situazione economica generata da questa crisi economica che ci portiamo dietro ormai da un bel po di anni, mi sono ritrovata costretta a lavorare, lavorare e lavorare sempre di più. Sempre più giorni, sempre più ore. Ritrovandomi a non avere più il tempo per riposarmi, o per dedicarmi a cose piacevoli o semplicemente per prendermi cura della mia salute.
E invece in questo periodo mi sono fermata. E’ meraviglioso! Meraviglioso. E’ il mio ritmo naturale. Questa scoperta mi ha permesso di capire il perché dei miei malesseri di salute nei quali mi trascino da tempo. Mi sono imposta dei ritmi per me insostenibili al prezzo di rimetterci la salute. Questa consapevolezza mi porta tristezza perché non riesco a vedere via di uscita.
Terza cosa, che mi lascia con un grandissimo punto interrogativo, oltre ad un grande sconforto, è la paura che mi comunicano amiche, amici e/o le altre persone con le quali sono o vengo in contatto. All’inizio, questa paura che si stava diffondendo, grazie alla comunicazione dei media, mi irritava. Mi faceva arrabbiare che una così grande maggioranza di popolazione potesse credere, senza ombra di dubbio, senza mettere nulla in discussione, a tutto ciò che veniva comunicato. Mi chiedevo come fosse possibile che sia venuto meno il buon senso e scomparsa completamente la capacità di auto informarsi, di rendersi responsabili nel cercare informazioni anche diverse, con punti di vista diversi. Tutto questo mi ha fatto pensare a quanto viviamo in condizione di “esseri” manipolati da un sistema economico e politico che ci vuole biechi consumatori di ogni cosa, a qualsiasi costo, anche contro la nostra stessa salute e contro la salute del pianeta che ci ospita.
Siamo dunque così tanto ciechi?
La maggior parte di persone vive in un limbo di pseudo benessere imposto, per altro creato ad hoc, illusorio, senza esserne consapevole?
Così dalla rabbia sono passata allo sconforto che spesso diventa una profonda tristezza. Quando non diventa anche per me paura. Paura o timore di non avere nessuna via di uscita da questa situazione paradossale a cui siamo costretti.
Gli amici mi confessano che hanno paura ad uscire di casa, ad avvicinarsi alle persone se non quelle strettamente familiari e così stanno chiusi in casa, soli, magari davanti alla tv, anche se non c’è più l’obbligo di non uscire. Mi rendo conto che fin’ora ho vissuto questa situazione con una buona stabilità emotiva, ma adesso mi sento più fragile. Questa tristezza mi toglie energia.
Sono però anche grata di far parte di questa umanità che ha visione diversa, sentimenti diversi e obiettivi diversi, tutto vicino ad una visione di insieme tra corpo, mente, spirito, pianeta Terra e Universo. Questo senso di appartenenza mi da forza. Ritrovo la forza per continuare, nel mio piccolo, a “rompere le palle”, indispensabile per provare a scuotere le coscienze di altre persone. Grazie di cuore. Carla

    AdminScritto il6:19 pm - Mag 20, 2020

    Grazie Carla per questa generosissima condivisione. Hai descritto quasi fedelmente la mia esperienza e quella di tanti che hanno l’attitudine a farsi domande. Il buon senso soccombe alla paura generalmente e sono stati mesi di vera angoscia.

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